MA PRIMA UN CAFFÈ?
(Caffettino?).
È quello che ci diciamo non appena ci si incontra. Di
solito è mattina, la casa calda un ricordo alle nostre spalle, e il freddo della
mattina ci ha già punto la faccia. L’ufficio, il lavoro, la quotidianità, sono
a pochi metri da noi, dietro delle porte scorrevoli e un badge. La scrivania
straborderà di pratiche da portare avanti, il telefono squillerà di continuo.
Oppure ci aspetta un’aula, la voce monocorde del professore, la lavagna da
seguire e cercare di decifrare. Ognuno di noi inizia la propria giornata
varcando la soglia che lo porta al di fuori della sua comfort zone. Ma prima,
un caffè.
Sono quei brevi minuti in cui una tazza di caffè ti ridà
colore al volto e ti riporta il sorriso. Puoi metterci lo zucchero e latte,
puoi gustarlo puro per sentirne gli aromi nella loro complessità. Lo tieni tra
le mani per scaldarti, se sei all'aperto, e respiri il vapore profumato prima
di berlo avidamente.
Ecco, “ma prima un caffè” richiama proprio questo momento di comunione mattutina, spesso condiviso tra amici e colleghi, a volte goduto in solitudine, prima di buttarsi a capofitto nella giornata che ci attende.