La notizia arriva dal Regno Unito, dove per abbattere le emissioni di inquinanti nell’aria una ricerca dell’Università di Oxford ha dimostrato quanto la mobilità attiva, e in particolare l’uso della bicicletta, sia molto più importante ed efficace rispetto alla diffusione delle auto elettriche.
Secondo la ricerca per affrontare la crisi climatica è quindi necessario agire subito e in fretta: aspettare che tutto il parco auto globale sia elettrico richiederebbe troppo tempo. Nel mondo, al 2020, si conta solo 1 auto elettrica ogni 50 nuove auto. Peraltro dimenticandosi troppo spesso che realizzare e utilizzare un’auto elettrica significa comunque produrre emissioni inquinanti legate alle fasi di produzione del veicolo, delle batterie, dello smaltimento e ovviamente dell’energia elettrica utilizzata come carburante.
Se l’obiettivo di governi e politici è ridurre le emissioni di gas serra, concentrarsi esclusivamente sulla diffusione dei veicoli elettrici può essere una strategia inefficace, perché come dimostrano i ricercatori significherebbe ritardare pesantemente l’obiettivo di abbattimento delle emissioni di CO2. Cosa che potrebbe non avvenire con una strategia di riduzione di gas serra legata al settore dei trasporti se oltre all’elettrificazione dei veicoli si accelerasse sulla diffusione della mobilità attiva, e quindi sul ricorso all’uso di mezzi non inquinanti come le biciclette.
Pertanto il modo più veloce per abbattere le emissioni di CO2 dal settore dei trasporti è sostituire gli spostamenti in auto con spostamenti a piedi o in bicicletta.
La mobilità attiva è infatti il metodo più economico e più sano che hanno le persone per muoversi, oltreché la soluzione migliore per l’ambiente, una scelta che non sacrifica il tempo di spostamento visto che spesso sulle strade urbane congestionate muoversi in modo attivo e sostenibile risulta (anche) la soluzione più veloce.
I ricercatori hanno monitorato circa 4.000 persone che vivono a Londra, Anversa, Barcellona, Vienna, Orebro, Roma e Zurigo per un periodo di due anni. I partecipanti hanno completato 10.000 annotazioni di diario di viaggio che servivano per registrare tutti gli spostamenti che facevano ogni giorno, sia che andassero al lavoro in treno, che portassero i bambini a scuola in macchina o che andassero in città in autobus. Per ogni spostamento è stata calcolata l’impronta di carbonio generata, e sorprendentemente, le persone che pedalavano quotidianamente avevano l’84% in meno di emissioni di carbonio su tutti i loro spostamenti quotidiani rispetto a quelle che non lo facevano.
Chi passava dall’auto alla bicicletta anche per un solo giorno alla settimana ha ridotto la propria impronta di carbonio di 3,2 kg di CO2, l’equivalente alle emissioni derivanti dalla guida di un’auto per 10 km.
Considerando il ciclo di vita del veicolo elettrico, dalla produzione allo smaltimento, gli studiosi hanno scoperto che le emissioni della bicicletta possono essere più di 30 volte inferiori per ogni viaggio rispetto alla guida di un’auto a combustibile fossile e circa dieci volte inferiore rispetto alla guida di un’auto elettrica.
Tutto questo è emerso molto chiaramente durante i mesi della pandemia, dove in moltissime città il ricorso alla mobilità attiva ha consentito di abbassare velocemente i livelli di inquinamento dell’aria, segno evidente che la colpa della scarsa qualità di quanto respiriamo è da ricercare nel settore dei trasporti.
Puntare maggiormente sullo sviluppo della mobilità attiva, soprattutto nei contesti urbani, può permetterci di raggiungere con maggior velocità gli obiettivi di contenimento delle emissioni di gas climalteranti, avendo peraltro ulteriori vantaggi legati al ridisegno delle città e degli spazi pubblici, ottenendo infine una popolazione più sana e meno sedentaria.