Sostenibilità
VUOTO A BUON RENDERE
Perchè usiamo i
barattoli di vetro per confezionare i nostri caffè
Scegliere un contenitore
in vetro è oggi una scelta di responsabilità verso il nostro Pianeta, è un
gesto che può fare la differenza, se ripetuto ogni giorno, per contribuire a
proteggere i nostri mari le nostre foreste le nostre città. Il vetro è composto
di elementi naturali, non rilascia sostanze chimiche dannose né all’interno,
verso il suo contenuto, né all’esterno, verso l’ambiente.
L’espressione vuoto
a rendere indica che un contenitore (tipicamente bottiglie, barattoli,
contenitori di vetro, ma anche in plastica PET) una volta svuotato dev’essere
reso al fornitore, così che possa essere riutilizzato. Si arriva fino a 20
riutilizzi per le bottiglie in PET, 40 per quelle in vetro.
Il vuoto a rendere
consente, chiaramente, una decisa riduzione dell’approvvigionamento di materia
prima per la realizzazione di nuovi contenitori. Il vantaggio non è solo
economico ma produce un impatto positivo per l’ambiente riducendo l’estrazione
di materie prime, contribuendo all’alleggerimento della problematica gestione
dei rifiuti ed infine, particolare non trascurabile, riducendo i rifiuti in
plastica che finiscono nei mari ed oceani. Il sistema vuoto a rendere si
integra nel modello di economia circolare perché in questo modo le aziende
produttrici sono responsabili dell’intero ciclo di vita dei prodotti: dalla
produzione e distribuzione ma anche al recupero e riciclaggio.
Dicevamo che il vuoto a
rendere riguarda anche i contenitori in plastica PET, tuttavia è favorendo il
ritorno al packaging di vetro che se ne possono cogliere al meglio i vantaggi.
Il caso più evidente è quello emerso dall’indagine di Michela Gabanelli con
Report pubblicato su Dataroom del Corriere della Sera.
A parte leggere che
quasi nove bottiglie su dieci sono in plastica e solo il 10/15% finisce negli
impianti di riciclo, il resto va nei termovalorizzatori, in discarica o
disperso nell’ambiente, spesso in mare, dove diventano microplastiche. Il peso
medio di una bottiglia di plastica vuota è 40 grammi e ciò significa che
produciamo 369,6 mila tonnellate di plastica all’anno solo per l’acqua
minerale, equivalenti a 5,87 milioni di barili di petrolio in un anno (per fare
un kg di Pet servono 2 kg di petrolio).
Impossibile non
condividere la considerazione che emerge dall’articolo anche perché questo tipo
di vetro viene quasi completamente riciclato.
Però oggi solo il 16%
degli 11 miliardi di bottiglie è in vetro. Considerato poi che solo l’8/10% è
vuoto a rendere (la fonte citata è il ministero dell’Ambiente), e che la stessa
bottiglia lavata e sterilizzata, può essere riutilizzata fino a 30 volte, ha
più senso acquistare prodotti con packaging di vetro con vuoto a rendere.
Nella modalità di
riciclo, dopo aver depositato il packaging nella campana del vetro, nel bidone
condominiale o nel container alla piattaforma comunale, ci voglio almeno tre
viaggi in camion prima che arrivi alla vetreria per la fusione in un forno a
1.400 gradi. Poi il packaging di vetro nuovo torna al produttore di acqua per
l’imbottigliamento, su un altro camion ovviamente.
Col vuoto a rendere
invece la stessa bottiglia passa dal consumatore al deposito e poi al
produttore che la sterilizza e la riusa. Metà dei passaggi, che vuol dire
migliaia di km in meno. Per non parlare dei costi di produzione. Per produrre
un kg di vetro riciclato serve un kg di petrolio, il 75% bruciato nel processo
di fusione.
Calcolato che nel 2018
in Italia abbiamo riciclato 1,62 miliardi di bottiglie di acqua minerale che
equivalgono a circa 1,06 miliardi di kg di vetro, il conto è presto fatto: il
vuoto a rendere ci avrebbe fatto risparmiare 5,9 milioni di barili di petrolio,
circa 950 mila euro al giorno. . In sostanza: meno consumo di petrolio e meno
emissioni di CO2.
PERCHÈ TOSTIAMO A LEGNA
Un elemento dal quale
non si può prescindere oggigiorno è il cambiamento climatico causato dai gas ad
effetto serra, in particolare la CO2, emessi dall’impiego massiccio di
combustibili fossili. Le biomasse legnose sono la principale fonte energetica
rinnovabile e carbon neutral del nostro Paese e, nell’ambito di un intelligente
mix energetico rinnovabile, giocano un ruolo cruciale nello sviluppo di
un’economia sostenibile e pulita.
La valorizzazione
energetica delle biomasse forestali comporta l’emissione di CO2, riconducibile
alla composizione chimica del legno stesso, ma è tuttavia fondamentale
distinguere l’origine del carbonio legato all’uso delle biomasse e l’origine
del carbonio rilasciato dalle fonti fossili: la combustione di fonti fossili
rilascia carbonio che è stoccato (immobilizzato) nel sottosuolo da milioni di
anni (carbonio non biogenico), risultando quindi una immissione netta in
atmosfera ad opera dell’Uomo; la combustione di biomassa legnosa comporta
l’emissione di carbonio “biogenico”, riconducibile a un ciclo chiuso, breve e
naturalmente in atto.
Come osserva
l’International Energy Agency (IEA), anche l’International Panel for Climate
Change (IPCC) distingue il ciclo del carbonio in due domini: uno “lento”, dove
il ciclo di rilascio del carbonio supera i diecimila anni (o milioni di anni come
nel caso delle fossili), e uno “veloce”, dove il ciclo temporale è compreso tra
1-500 anni (come nel caso degli alberi). Il principale problema delle fonti
fossili è il trasferimento di carbonio dal dominio lento a quello veloce, che
si traduce in un aumento netto dei quantitativi di gas climalteranti in
atmosfera. Il settore delle biomasse, invece, opera esclusivamente all’interno
del dominio veloce.
Quando la biomassa
proviene da foreste in cui gli stock di carbonio sono stabili o in aumento,
come nel caso europeo, le emissioni della bioenergia al momento della
combustione sono compensate dalla crescita delle foreste in cui è stato
prodotto il combustibile. La CO2 emessa bruciando biomassa per la produzione di
energia è infatti pari alla quantità di anidride carbonica assorbita nella fase
di crescita
PERCHÈ USIAMO LA BICICLETTA PER CONSEGNARE IL CAFFÈ. Fonte: Science Direct
La bicicletta è un mezzo che conviene.
La bicicletta è il mezzo ideale per gli spostamenti brevi, in quanto è
"leggera", semplice da usare e poco costosa; inoltre è sempre pronta,
permette di arrivare ovunque e fermarsi dove si vuole. in ambito urbano la
bicicletta risulta, spesso e volentieri, più veloce dell'auto e dei mezzi di
trasporto pubblici. Pedalando piano, con una bicicletta normale, si raggiunge
tranquillamente la velocità di 15 km/h (quindi, senza grossi sforzi, 3 km si
coprono in 12 minuti). Questo è confermato da tutte le più recenti indagini in
materia di mobilità, che sostengono come fino a 5 km di distanza la bicicletta
risulta più rapida dell'auto (tempi calcolati da porta a porta).
La bicicletta è un piacere che fa bene
L'attività fisica, anche quella moderata dei ciclisti urbani, previene
malattie importanti e aiuta a controllare il peso. Recenti statistiche
dimostrano infatti che un europeo su due è troppo grasso; la prima causa va
sicuramente ricercata nelle cattive abitudini alimentari, ma anche come
conseguenza della mancanza di movimento. I medici fanno notare che le persone
che usano la bicicletta quotidianamente sono molto meno soggette a disturbi
circolatori e all'infarto e si mantengono in linea. Trenta minuti al giorno di
attività fisica moderata sono infatti una delle raccomandazioni
dell'Organizzazione mondiale della Sanità.
La bicicletta aiuta a migliorare l'ambiente urbano
La bicicletta aiuta la città a ridurre i problemi di traffico e di
inquinamento, in quanto non inquina, non fa rumore, non consuma petrolio e non
produce alcun gas nocivo (un'auto invece produce grosse quantità di biossido e
monossido di carbonio, le cosidette PM10). Un'auto che percorre 500 km brucia
quasi 100.000 litri di ossigeno, il fabbisogno annuo di un adulto. Inoltre un
solo parcheggio per auto necessita di 25 metri quadrati di terreno, spazio nel
quale possono essere collocate 8-12 biciclette. Nelle città dove pedoni e
ciclisti possono muoversi sicuri tutti vivono meglio, anche i piccoli negozi.
Andare in bici ogni giorno riduce la tua impronta di carbonio dell’84%
Che pedalare migliori la salute, sia sostenibile ed economico, lo sapevamo
già, ma non sapevamo precisamente quanto. Un recente studio pubblicato su
Science Direct mostra la quantità giornaliera di emissioni di carbonio che si
evita scegliendo i viaggi attivi, ovvero camminando o prendendo la bicicletta
al posto della macchina. Le persone che camminano o vanno in
bicicletta hanno un’impronta di carbonio inferiore nei loro spostamenti
quotidiani. Secondo la ricerca “Gli effetti di mitigazione del cambiamento
climatico del viaggio attivo quotidiano nelle città”, sarebbe sufficiente che
un residente urbano su cinque modificasse definitivamente le proprie abitudini
di viaggio nei prossimi anni, affinché l’Europa riesca a ridurre dell’8% le
proprie emissioni dei viaggi in auto.
Pedalare, l’impronta di carbonio
Le persone che si spostano quotidianamente in bicicletta generano ogni
giorno l’84% in meno di emissioni di CO2 rispetto a quelli che non la usano. Ma
le scoperte non si limitano esclusivamente ai ciclisti quotidiani. Secondo i
ricercatori, una persona che scambia la macchina con una bici, anche solo per
una volta a settimana, risparmia 3,2 kg di CO2, ovvero l’equivalente di guidare
un’auto per 10 km o di inviare 800 email. Secondo lo studio, i residenti
urbani che invece di guidare la macchina scelgono di pedalare, anche solo per
uno dei loro spostamenti giornalieri, riducono la loro impronta di carbonio
annuale di circa mezza tonnellata di CO2, evitando così una quantità di
emissioni equivalente a un volo di sola andata tra Londra e New York.
Nella ricerca sono state studiate e calcolate le impronte di carbonio degli
spostamenti di 4.000 persone che vivono a Roma, Londra, Anversa, Barcellona,
Vienna, Örebro e Zurigo. I 10.000 viaggi quotidiani effettuati dai partecipanti
nei due anni di ricerca sono serviti come campione per studiare la nostra
attività di trasporto quotidiana, come andare al lavoro in treno, andare a
prendere i bambini a scuola con l’auto o andare a scuola in centro con
l’autobus. Nei dati sono stati considerati tutti i processi
coinvolti in uno spostamento, dalle emissioni di carbonio generate nella
fabbricazione del veicolo al carburante usato, fino al proprio utilizzo. Questo
studio ci ha permesso anche di sapere che, per ogni viaggio effettuato, le
emissioni prodotte dalla bicicletta potevano arrivare ad essere fino a 30 volte
inferiori rispetto ai viaggi effettuati con auto alimentate da combustibili
fossili e circa 10 volte inferiori rispetto a quelli effettuati con auto
elettriche.
Una delle conclusioni dello studio, quella che noi riteniamo più importante
e per la quale ci battiamo con la nostra torrefazione, è l’urgenza di
promuovere i viaggi attivi, inserendoli nelle strategie per raggiungere
l’obiettivo netto delle zero emissioni di carbonio, in particolare nelle aree
urbane, migliorando nello stesso tempo la salute pubblica e la qualità della
vita urbana.
TRACCIABILITÀ E
TRASPARENZA
In fin dei conti l’artigiano e come uno scrittore, trae dall’esperienza
elementi per le prorie storie. i suoi prodotti altro non sono che parte di un
racconto della propria vita in cui mette se stesso.
Applicare calore con il fuoco della legna è il cuore della tostatura: come
e quanto ne costituisce l’arte e la scenza. Ipotizzare processi produttivi non
standard, pescando nel noto e nel dimenticato, è uno dei piaceri dell’essere
artigiani.
Per un artigiano lo strumento di lavoro è espressione delle sue conoscenze,
delle sue abilità. la scelta di uno strumento non è banale, non può essere
omologata a mode o tendenze: il mezzo attraverso il quale le idee prendono
forma influenza le idee stesse, determina le caratteristiche di un prodotto.
Ogni diversa origine risponde a modo suo al processo di tostatura le
differenze di coltivazione e di raccolta ne caratterizzano i diversi profili di
tostatura. Lavoriamo con passione, selezionando le origini stagionalmente e
collaborando con i nostri importatori e farmers in ogni angolo del mondo. Le
singole origini che usiamo sono nati e cresciuti in piccole fazende uniche.
Ogni sacco di caffè verde proviene da coltivazioni tracciabili, rispettose
dell’ambiente e dei contadini. La raccolta manuale, senza l’impiego di macchine
o fertilizzanti chimici, permette di cogliere le ciliege allo stesso grado di
maturazione.
Artigianalità, piccole produzioni, originalità e tracciabilità dei prodotti
contrapposti al mondo di mezzo della grandi industrie di caffè. Non tostiamo
tutti i giorni: seguiamo un calendario in base agli ordini e alle
disponibilità. questo ci permette di tostare piccoli lotti per volta e di
consegnare il caffè sempre fresco appena tostato ai nostri clienti.
La tracciabilità stabilisce la differenza tra caffè prodotti con metodo,
con consapevolezza, con attenzione e caffè destinati a un mercato senza
identità. La tracciabilità è la chiave fondamentale per la crescita dell’intero
comparto produttivo del caffè perché dà una visione d’insieme, non segmentata,
dell’intera filiera e aiuta a focalizzare le criticità.
Da un lato, stimola il coltivatore ad aumentare i suoi sforzi e a
pianificare la sua produzione in base alle condizioni del suolo, del clima,
dell’altitudine, delle varietà, monitorando i processi produttivi al fine di
ottenere un particolare profilo aromatico, in cui identificare la propria
produzione. Ma soprattutto, gli offre la possibilità di stabilire una relazione
con chi sceglie il suo caffè.
D’altra parte, la tracciabilità permette di scegliere un caffè in base
all’etichetta che descrive chiaramente ciò che sta acquistando, secondo le
proprie scelte aromatiche ed etiche. Anche il processo di tostatura
avviene con molte più informazioni disponibili sulla chimica dei chicchi, per
migliorare il profilo in tazza e offrire monorigini o miscele con caratteristiche
definite da aroma e identità.
Tracciabilità e trasparenza vanno quindi nella stessa direzione.
Il cambiamento di molti ecosistemi naturali lascia i coltivatori in situazioni
sempre più precarie: ora più che mai è di fondamentale importanza promuovere la
tracciabilità, in modo da ripagare i produttori per i loro sforzi e fornire
loro i mezzi per adattarsi alle nuove realtà ambientali.
Crediamo nel rispetto della filiera del caffè, vogliamo un rapporto di
dignità diretta con le persone che, dall’altra parte del mondo, coltivano,
raccolgono e lavorano il Caffè di qualità, perché sono famiglie proprio come
noi.
SPEDIZIONI ECOLOGICHE CON I LOCKER
Nel 2023 abbiamo attivato il sistema di spedizione tramite Locker con Inpost
Ecologici e aiutano lo sviluppo di una logistica sostenibile.
I Locker 24/7 sono un rivoluzionario sistema di che permette di migliorare
l’efficienza delle consegne minimizzando al contempo l'emissione di anidride
carbonica.
Consegnando le spedizioni in un solo posto, a un Locker, contribuiamo a
ridurre gli ingorghi stradali e il rumore associato al trasporto e, di
conseguenza, a limitare l’emissione di gas di scarico. Il corriere è in grado
di consegnare fino a dieci volte più pacchi contemporaneamente.
Le ricerche dimostrano che le persone che hanno ordinato un pacco, non si
recano di proposito al Locker per ritirarlo. Grazie alla comoda ubicazione dei
distributori (vicino ai quartieri residenziali e ai centri commerciali) e alla
loro disponibilità 24 ore su 24, queste persone ritirano i loro pacchi mentre
tornano dal lavoro o dal negozio, senza generare ulteriore traffico stradale. I
Locker risolvono il problema dell’ultimo miglio e sostengono atteggiamenti
ecologici!
I Millenials scelgono i Locker
I Locker sono una risposta al problema dell’ultimo miglio e allo stesso
tempo sono sempre più la soluzione preferita dai consumatori appartenenti alla
generazione Y durante gli acquisti online.
L’utilizzo dei Locker contribuisce a ridurre gli ingorghi stradali e il
rumore associato al trasporto e, di conseguenza, a limitare l’emissione di gas
di scarico. Il corriere che lascia molti pacchi in un solo luogo genera un
chilometraggio del veicolo significativamente inferiore rispetto alle consegne individuali.
Infine, il ritiro dei pacchi presso i Locker risolve il cosiddetto “problema
dell’ultimo miglio”, ovvero dell’ultima e più costosa fase della consegna della
spedizione al destinatario.
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